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MOBY DICK L'INCANTATRICE 

Monologo per sette voci intorno alla balena bianca

Di Rosalba Di Girolamo
Liberamente tratto dal capolavoro di Melville

Rosalba Di Girolamo (voci narranti)
Marco Messina (colonna sonora originale)
Rocco Zaccagnino (fisarmonica)
Stefano Cammarota (tecnico del suono)
Produzione: Baba Yaga Teatro

“Vuoi imbarcarti su quella nave marinaio?

E sul contratto si parlava della tua anima?”
Così inizia il nostro adattamento per donna sola del Capolavoro di Melville. Donna perché a parlare è Lei, la Balena Bianca, che vogliamo femmina come femmina vogliamo la nostra coscienza, che Moby Dick incarna. E la “ciurma di uomini in fuga” che le danno la caccia -il terribile capitano Achab, il sopravvissuto Ismahel, il cannibale gentile Queequeg, l’ integerrimo Sturbuck, il gioviale Stubb, il mediocre Flask, il fragile Pip- rappresenta le diverse forze che animano l’essere umano nel viaggio dentro sé stesso. Per questo “Moby Dick: l’incantatrice” fa parlare tutti i personaggi attraverso la sola bocca della Balena: una polifonia di voci diverse provenienti da un unico corpo anche grazie ad un sofisticato disegno del suono, si srotola in un interrotto flusso musicale tra tempeste elettroniche, monologhi interiori, ballate in fisarmonica, dialoghi e profezie, fino a comporre il complesso mosaico che disegna l’animo umano. E così, la Balena Bianca, da osservatrice silente del più allegorico dei viaggi della Letteratura ne diventa narratrice fino a svelarci ciò che Melville -che si ispiro alla vera storia della baleniera Essex- non osò dirci: è stata davvero Moby Dick a sterminare l’equipaggio? “Perchè i piccoli buffi uomini collocano sempre il male fuor di loro stessi?” si domanda, alla fine, la Balena Bianca. La nostra rilettura del Capolavoro di Melville sposta il punto di vista dalla ricerca del nemico alla ricerca della verità, proponendo allo spettatore un ipnotico viaggio nella nota storia e al contempo dentro sé stesso.

IN SCENA:
Una donna in lungo soprabito bianco, che da voce a queste voci al centro. Un uomo in consolle sul fondo, deus ex machina e anima nera della messa in scena. Un uomo in fisarmonica a sinistra, anima chiara e cantore della stessa. Una cassa di legno e bancali sparsi, due transenne come prua di una nave in proscenio, un’alta scala di ferro albero maestro e fulcro dell’impianto scenico al centro.

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